Biografia

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Estratto da: 10 domande ad Alessandro Maiucchi

di Monia Di Biagio, per nuoviautori.Org

 

Biografia

 

Alessandro Maiucchi vive a Roma dove è nato nel 1966, lavora come analista programmatore, è sposato da 10 anni ed ha due bambini: Martina di nove anni e Lorenzo di due.

E' membro del Mensa Italia dal 2000.

 

Intervista

 

1 - Da dove nasce maiucchi.supereva.it, questa idea di creare un qualcosa di diverso e certamente così gradevole, essendo naturalmente per il lettore, suppongo, un piacere fare la conoscenza con tutti i componenti della famiglia Maiucchi?

 

R - Vedo internet come una alternativa al mondo reale, e il sito come un’occasione di sinergia tra il mondo reale, fatto – volendo parlare di editoria – da alti palazzi impenetrabili popolati da Editor e Lettori lontanissimi dallo scrittore in erba, e un mondo virtuale nel quale l’editor è una persona simpatica e alla mano come per esempio Simone Caltabellota di Fazi e Lain Books, e i lettori sono gente pronta al dialogo, e realmente attenta ad un mercato fatto non solo da “quelli di Zelig” che vendono le loro facce in libreria, ma anche da centinaia di ottimi scrittori “da web”…

 

2 - Da dove scaturisce il tuo desiderio, non solo di metterti in contatto con determinate persone, ma poi anche di pubblicare e far conoscere, ai più, lo scambio di pensieri che c’è stato tra voi?

 

R - Il mio desiderio è mostrare che anche persone che la gente ritiene lontane, sono in realtà vicine, fatte di carne e sorrisi come noi, di parole lanciate nel cyberspazio che sarebbe un peccato non condividere… ho conosciuto persone straordinarie, ho avuto occasione di stringere la mano a Barbara e Maria e scoprirle donne prima che facce televisive, gente che senza strombazzarlo ai quattro venti si occupa di iniziative umanitarie, ritagliando il proprio tempo.

 

3 - Puoi parlarci della tua corrispondenza con Jeffery Deaver, autore de ”Il collezionista di ossa”?

 

R - Ho conosciuto dal vivo, nel settembre 2004, Jeffery Deaver a Londra. Mi ha riconosciuto e chiamato Alex prima ancora che mi avvicinassi, gli ho stretto la mano, si è fermato a parlare con me rammaricandosi per il tempo tiranno (aveva una presentazione poche ore dopo fuori città). Da diversi mesi gli mando i pareri del “lettore qualsiasi” e lui mi ringrazia e commenta: gli mando i complimenti quando trovo delle genialate nei suoi romanzi da milioni di copie ma anche le tirate d’orecchi virtuali quando leggendo mi accorgo che magari ha messo un po’ troppo mestiere in una particolare scena… Ai lettori consiglio i suoi Lo scheletro che balla, Profondo blu, Il giardino delle belve e Il silenzio dei rapiti, tutti romanzi eccezionali…

 

4- Il Mensa: cosa significa questa associazione, tavola rotonda di intelligenze, e qual è lo scopo peculiare, quanto originariamente utopico, della stessa. Ma cosa significa per te avere un QI superiore alla media?

 

R - L’intelligenza fine a se stessa non serve a molto, prova ne sia George W. Bush, che con il suo 89 di QI dovrebbe fare un lavoro che ora non mi viene in mente e invece fa il Presidente… Ciò che serve davvero è l’intelligenza emotiva, ossia la capacità di applicare l’intelligenza alla vita di tutti i giorni: una cosa lunga e difficile da spiegare, che potrete capire meglio nelle pagine di Daniel Goleman, autore di un saggio dal titolo… non ve lo dico, siete abbastanza intelligenti da capirlo!

 

5 - Pittura, musica, Poesia: se queste tre Arti passano facilmente attraverso le tue mani, sei colui, che solo in presenza di queste tre capacità creative, io amo definire un “Artista completo”?

 

R - Dunque… sono molto bravo a suonare il campanello, specie se non ho le chiavi! Quanto all’artista completo, ne conoscevo uno. Si chiamava Giannalberto Maiucchi, e il 9 dicembre prossimo saranno ventun'anni che non c’è più.

Mio padre aveva le mie doti di matematico e scrittore, doti di disegnatore ancora più brillanti di quelle dei miei fratelli Massimiliano e Corrado, e una forza di volontà forse superiore a quella di Raffaello… purtroppo molte di queste cose le ho scoperte tardi, quando morì avevo solo 18 anni e non avevamo un bel rapporto, come accade del resto a molti adolescenti con i propri genitori a quell’età…

 

6 - “Basta!”, "Blackout" (ancora inediti) e “Orchidea” i tuoi romanzi. “Basta!” è un grido, lascia immaginare un forte contenuto di ribellione nei confronti di un qualcosa, forse momenti inenarrabili della vita odierna? O della tua Vita? Come è nato questo romanzo ed in anteprima, solo per noi, puoi svelarci più dettagliatamente di cosa parla?

 

R - Il romanzo è nato durante la vacanza in USA del luglio 2001. Mentre ero sull’Empire State Building dissi a mia moglie Silvia “Se dovessi attaccare questa città, userei degli aerei…” e lei “Pensi non abbiano l’antiaerea?” e io “No, butterei gli aerei contro i grattacieli…”. Me lo ha ricordato Silvia, pochi giorni dopo l’11 settembre e l’inatteso attacco… che avevo immaginato io dopo poche ore che ero in città, figuriamoci se poteva immaginarlo chi lo fa per lavoro!

L’11 settembre ha cambiato solo parzialmente la trama originale, ero abbastanza creativo anche se non sapevo tutte le cose incredibili che so ora al riguardo…

Il titolo “Basta!” è un’affermazione che si ripete spesse volte nel romanzo stesso in diversi contesti, e fa da contraltare ad Ancora!, che sarà il titolo di un romanzo (sequel di Basta!), che scriverò tra qualche anno.

Al momento sto scrivendo Carta stampata, e sto raccogliendo materiale anche per il seguito di "Blackout", che si intitolerà As seen on TV… come immaginate a questo punto, tutti i miei romanzi sono in qualche modo legati tra loro, un po’ come fa il mio maestro Stephen King!

 

7 - Sei presente su diversi siti letterari con i tuoi scritti e come ci hai già spiegato esaustivamente ti piace metterti a confronto con i tuoi Lettori, ami le recensioni ed i commenti. Come ti misuri ogni volta con questi?

 

R - Ho mandato i miei lavori ad una decina di siti di scrittura amatoriale, e seguo i forum di alcuni di essi. Mi piacciono i complimenti, ma accetto le critiche quando sono costruttive. Ho trovato su uno di questi forum uno dei collaboratori più preziosi: uno scrittore che è bravissimo a leggere le opere altrui e a trovarne pregi da enfatizzare e difetti da limare. Si chiama Marco Salvario, e approfitto dell’occasione per ringraziarlo: specialmente per Orchidea, mi è stato davvero prezioso! Poi ci sarebbero mille nomi da Scrivendo, Latelanera, Scheletri, ma non voglio litigare per qualche omissione, quindi li saluto in gruppo! Un discorso a parte lo merita it.cultura.libri, il newsgroup: lì godo soprattutto di critiche, per aver detto che Io uccido di Faletti aveva troppi punti in comune con Basta!… spero che quando lo leggeranno sapranno giudicare con serenità. Come ho già spiegato loro, la trama è completamente diversa, ma ci sono una decina di scene che contengono affinità un po’ incredibili se casuali… le vedrete!

 

8 - Come avrai di certo notato dalla precedente domanda, ho scritto Lettori volutamente con la “L” maiuscola. Puoi spiegare ai nostri Lettori il perché apprezzi così tanto questo modo di fare? Io già lo so, appunto vorrei tu lo rispiegassi perché, questa tua spiegazione che ho già letto mi ha colpito e non poco! Forse perché era una cosa a cui non mi ero mai soffermata a pensare, e se in realtà anche a me viene naturale scrivere Lettori con la “L” maiuscola, non avevo mai approfonditamente carpito il senso di rispetto che può dare in “Chi” (a questo punto non posso desimermi dallo scrivere anche il “Chi” maiuscolo) ti legge. Se non riesci a far mente locale a cosa mi sto riferendo, io che ho realmente spulciato tutti i tuoi “Scripta” per redigere questa intervista, ti do un indizio: il tale riferimento si trova in un post che hai inviato, entusiasta, a www.scrivendo.it!

 

R - Anche io uso la maiuscola, e la uso nelle prefazioni dei romanzi: iniziano entrambi con Fedele Lettore, il saluto che fa King ai suoi lettori. Io spiego che ovviamente non possono essere Fedeli, non ancora, ma che in omaggio a King mi piace chiamarli così. Anche nei ringraziamenti, li chiudo con “…e ringrazio te. Si proprio te che stai leggendo questo romanzo…”. Non ricordo assolutamente il riferimento al quale alludi, però ti dico: il Lettore è l’arma più potente di un romanzo, e del relativo scrittore. E’ il Lettore che gira il film del romanzo nella sua mente, e che ne decreta il successo. Quindi è il personaggio più importante!

 

9 - Altra cosa che mi è piaciuto molto leggere stavolta sul tuo sito è il filo conduttore che lega l’ideazione e la messa in opera, nero su bianco, di ogni tuo racconto (lungo o breve) i cui titoli ho citato nella presentazione. Potresti qui di seguito riproporci la storia di come, ogni tuo racconto è nato, uno dietro l’altro, per “chi” lo hai scritto e perché?

 

R - Come hai detto, sul sito queste presentazioni sono facili da individuare. Preferisco invece stuzzicare i lettori, futuri Lettori?, parlando del Blog. Il blog è un diario online, e il mio si raggiunge con uno dei banner nella home page del sito, oppure cliccando http://maiucchi.splinder.com . Nel blog ho raccontato, giorno per giorno, lo sviluppo di Orchidea, il modo in cui le scene mi venivano in mente sull’autobus, o nascevano da episodi della vita reale, da associazioni di idee, da vecchi incontri… mi piacerebbe mettere alcuni estratti in coda al romanzo, sarebbe un’altra trovata originale, no?

 

10 - Ultima immancabile domanda, come già saprai, di ogni mia intervista: il consiglio all’esordiente. Proprio tu che ti accingi a pubblicare per la prima volta, cosa consiglieresti a chi come te sta per varcare la medesima soglia, quella della pubblicazione cartacea? Ed in questo caso quali i consigli che hai fatto più preziosi e che sono stati dati a te?

 

R - I consigli migliori che ho ricevuto li ho messi sul sito. Quelli che do’ io? Non arrendersi mai. Non innamorarsi di quello che si scrive. Non smettere mai di leggere. Iniziate a farlo subito: comprate On writing di Stephen King, ho imparato là sopra tutto quello che so sulla scrittura creativa!

 

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Grazie ad Alessandro Maiucchi,

per la sua cortese e graditissima partecipazione.

 

Caramente,

Monia Di Biagio per “nuoviautori.Org”

 

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